Ecco Tyler, la WikiLeaks decentralizzata
Scritto da Spiare.com • Venerdì, 11 gennaio 2013 • Commenti 0 • Categoria: Sistemi Crypto
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Internet è un universo tanto affascinante quanto pericoloso, soprattutto per i più giovani. Un ruolo fondamentale è quello interpretato dai genitori, i primi a dover controllare le attività dei propri e, in alcuni casi, ricorrere a strategie mirate a spiare qualsiasi operazione eseguita in rete. L’invito a monitorare l’accesso ad Internet dei propri figli arriva da James Batelli, direttore del corpo di polizia di Mahwah, negli USA, che durante un seminario spiega come e perché procedere.
Al centro delle attenzioni vi sono sicuramente i social network, canale di comunicazione che in alcuni casi può rivelarsi una forte minaccia per gli ingenui adolescenti in cerca di amicizie sul web. Le pagine di cronaca non difettano di articoli riguardanti giovani che, pensando di avere a che fare con un proprio coetaneo, sono poi finiti nella trappola di adulti. Per controllare quanto svolto dai più piccoli è possibile ad esempio ottenere la password dei rispettivi account Facebook, tramite un software presentato dalla polizia nel corso di tale seminario.
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Un cane da guardia della privacy ha scoperto un memorandum del governo che incoraggia gli agenti federali a ‘richiedere amicizia’ su svariate reti di social network, sfruttando la loro disponibilità nel condividere informazioni – e per spiarli.
In risposta ad una richiesta di libertà di informazione Freedom of information, il governo ha rilasciato una manciata di documenti, tra cui un memorandum del maggio 2008 con dettagli di come i siti di social networking sono sfruttati da parte dell’Ufficio di Fraud Detection e la sicurezza nazionale (FDNS).
A partire dallo scorso giovedì, Facebook, Twitter, MySpace, Digg non hanno commentato la relazione, quali dettagli del programma ufficiale del governo di spiare attraverso le reti sociali.
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La leggenda sul fantomatico complotto della Cia per spiare i social network su Internet si fa sempre più concreta. L’intelligence americana ha deciso di aumentare il proprio controllo su blog, siti e pagine personali degli utenti della rete comprando quote di una società informatica che monitora quello che succede su Facebook, Twitter e tutti gli altri social network.
In-Q-Tel, il braccio che si occupa degli investimenti dell’agenzia di Langley, ha comprato una quota di capitale di Visible Technologies, la società che «controlla» ogni giorno il contenuto di circa mezzo milione di siti nel mondo.
A rivelarlo è la rivista Wired , in un articolo di qualche giorno fa, secondo la quale lo scopo dell’operazione è principalmente quello di tenere sotto controllo ciò che succede su blog e siti stranieri, ma lo strumento potrebbe facilmente essere usato per spiare anche le pagine Internet degli americani. Il valore dell’investimento è rimasto del tutto top secret.
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Non sembra conoscere crisi il consenso nei confronti dei social network, ma proprio questa è una delle ragioni per le quali diverse aziende nel campo della sicurezza richiamano costantemente l'attenzione sui rischi di un accesso disinvolto.
Come emerge infatti dal sondaggio Bringing Social Security to the Online Community condotto da AVG e CMO Council, i membri della community dei social network sono seriamente preoccupati per la sicurezza generale, ma solo pochi si stanno concretamente muovendo per proteggersi contro i crimini online.
Dal sondaggio risulta che nonostante la maggior parte degli utenti dei social network sia colpita da problemi di sicurezza online meno di un terzo adotta misure di sicurezza per proteggersi.
I partecipanti hanno indicato come pericoli principali la sempre più diffusa tecnica del phishing, le minacce di spam e gli attacchi malware. Inoltre, quasi la metà di loro si è detta molto preoccupata di cadere vittima di furti di identità all’interno di una community online.
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Credevate che i social networks servissero solo per propagandaere l'ennesimo gruppo "Per quelli che..."?
La vostra più alta opinione riguardo a Twitter e Facebook si fermava al serivzio "ricordami del compleanno di..."? Bene, da oggi in poi tutto ciò cambierà, perchè?
Lo ha deciso l'Intelligence USA con l'apertura di A-Space.
Cos'è? Il social network dei servizi segreti americani.
Ebbene sì, al progetto hanno aderito CIA, FBI e le altre 14 agenzie di Intelligence che compongono l' IC (che non è una tassa sulla casa, ma la sigla per United States Intelligence Community).
Fino a qualche anno fa, a imbrattare siti e a introdursi nei computer di banche e governi erano giovani smanettoni in cerca di notorietà: siti visitati da milioni di persone venivano modificati con scritte inneggianti a questa o quella causa, o semplicemente riempiti di insulti.
Li chiamavano defacement. Solo successivamente gli attacchi informatici si sono trasformati in un giro d'affari milionario, gestito con sistemi da criminalità organizzata. Si è iniziato così a parlare di frodi informatiche, di phishing, truffe sempre più elaborate per entrare in possesso delle identità e dei conti bancari di milioni di navigatori.
Oggi assistiamo a un nuovo salto di qualità, ben più allarmante: dietro i virus, i worm, i denial-of-service, non ci sono più ragazzini geniali o bande di malfattori. Ora, i sospettati numero uno sono le intelligence, gli stati maggiori, i governi.
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Conclusosi il moderato psicodramma provocato dall'attacco a Twitter e ad altri siti di social networking come Facebook e LiveJournal, gli sforzi sono ora concentrati nel cercare di capire cosa sia successo in realtà.
Le ipotesi si moltiplicano, così come i dubbi sulla effettiva maturità in quanto a sicurezza della piattaforma di micro-messaging più usata, e sulla fragilità dei network più popolosi usati come infrastruttura di comunicazione da aziende e privati.
Come evidenziato da più parti, Twitter è stato certamente l'epicentro di un attacco DDoS dalla portata non comune, un attacco che secondo il ricercatore di Packet Clearing House Bill Woodcock si sarebbe fatto sentire anche sui server di Google (nella fattispecie quelli di YouTube) e LiveJournal tra gli altri.
La situazione è tuttora confusa e i rapporti non sono concordi nel definire la durata dell'attacco, misurata alternativamente in qualche ora o in un'intera giornata.