Eurispes, Internet: 91,2% usa Facebook per “spiare”
Scritto da Spiare.com • Lunedì, 4 febbraio 2013 • Commenti 0 • Categoria: Sorveglianza Informatica
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Internet è un universo tanto affascinante quanto pericoloso, soprattutto per i più giovani. Un ruolo fondamentale è quello interpretato dai genitori, i primi a dover controllare le attività dei propri e, in alcuni casi, ricorrere a strategie mirate a spiare qualsiasi operazione eseguita in rete. L’invito a monitorare l’accesso ad Internet dei propri figli arriva da James Batelli, direttore del corpo di polizia di Mahwah, negli USA, che durante un seminario spiega come e perché procedere.
Al centro delle attenzioni vi sono sicuramente i social network, canale di comunicazione che in alcuni casi può rivelarsi una forte minaccia per gli ingenui adolescenti in cerca di amicizie sul web. Le pagine di cronaca non difettano di articoli riguardanti giovani che, pensando di avere a che fare con un proprio coetaneo, sono poi finiti nella trappola di adulti. Per controllare quanto svolto dai più piccoli è possibile ad esempio ottenere la password dei rispettivi account Facebook, tramite un software presentato dalla polizia nel corso di tale seminario.
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Facebook o non Facebook? Questo è il problema, per lo meno quello dei tempi attuali.Da quando il social network più famoso del mondo è entrato nelle nostre vite, è stata sancita per molti adolescenti la fine delle relazioni sociali, quelle vere, quelle di un tempo lontane dalle perverse logiche del tag.Ci si parla attraverso la chat, ci si vede attraverso la webcam, ci si saluta attraverso Skipe e si spiano le vite virtuali altrui, in particolare quelle dei propri partner o dei propri figli.La dipendenza virtuale è un fenomeno sempre più chiaro tanto che adesso a preoccupare sono i dati del Centro per le psicopatologie da web del Policlinico Gemelli di Roma.
Più di 170 sono i pazienti che si rivolti al Centro diretto dallo psichiatra Federico Tonioni.Le vittime principali sono gli adolescenti dipendenti da Facebook, gli over trentenni prede del gioco d'azzardo on line o della pornografia in rete e le coppie messe sempre di più a dura prova dalla "seconda" vita virtuale.«Aggressività e depressione sono i primi sintomi di astinenza da pc che vediamo nei nostri pazienti – ha spiegato il Dottore Tonioli - mentre il principale segno di intossicazione è la dissociazione». «Quando si chatta – ha proseguito Tonioli - si curiosa nei profili degli amici, si gioca o si guardano i porno senza essere concentrati come quando si lavora al pc, ma piuttosto si è assorti. È come in un sogno a occhi aperti, siamo lievemente dissociati. Il punto è che questo straniamento non dura qualche minuto, ma va avanti per un tempo indeterminato: si può stare così davanti allo schermo per ore e ore, e questo non è più fisiologico».
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Sono spazi in cui si consuma una socialità virtuale, una sorta di diario interattivo condiviso tra gruppi più o meno vasti sul quale scambiarsi opinioni e condividere, foto, musica o addirittura comunicare in diretta. Sono i Social Network e tra questi il più noto e utilizzato è sicuramente Facebook.
Ed è proprio il parto del genio di Mark Zuckerberg ad essere ciclicamente nell’occhio del ciclone per quanto riguarda la tutela dei dati sensibili della propria utenza. Come vengono utilizzati questi dati? Siamo controllati? Che potere ha realmente Facebook e come cautelarsi? A rispondere è il Dott. Luca Calandro, Multimedia Marketing Specialist di Milano che si occupa di creare per diverse multinazionali molte delle applicazioni che finiscono poi sul social network più visitato del mondo.